Il suono cupo e incessante delle stecche e palle da biliardo
Il rumore di sedie spostate e questo tetro odore di sigaro
Esibendo banconote del più alto valore, ostentando potere
Uomini sconosciuti si presentano, puntuali tutte le sere.
In piedi in mezzo a questi mobili in legno massiccio scuro,
So a memoria cosa vogliono, ma sempre tremo al pensiero.
Con risate sprezzanti si portano alla bocca i grossi sigari,
È mio l'unico corpo di donna. E non posso difendermi.
Conosco il rumore dei loro passi. La casa è immensa e oscura;
E conosco il suono, della chiave inserita nella serratura.
Implorando quel Dio di cui tanto parlano, per la mia vita
Piango, tenendo gli occhi fissi al soffitto e la bocca cucita.
In un angolo del sud vivevo serena; felice abbastanza,
Quando un signore d'oltreoceano, di rara eleganza,
Mi ha promesso fedeltà e benessere e l'amore più vero.
... Per lui provo oggi solo odio, allo stato estremo ...
Tra tutti è sua la risata più sadica; e non m'importa
Che faccia quello che vuole, purché l'incubo finisca.